Land Art al Furlo – Casa degli artisti

Artisti | 28/06/2021 00:06 | Ufficio Stampa

“Tuffo” è un pensiero lungo vent’anni. Un’allucinazione, una visione, un’ immagine viva di una giovane che si lancia con gesto atletico, sospesa, fluttuante in un mare di verde. Era l’immagine che nel ‘90 avevo ogni volta che salivo sul Monte Paganuccio, verso la Pieve di San Vincenzo, rudere che avevo da poco acquistato. Una Chiesa del Cinquecento, sospesa su un atollo, che ha da un lato uno strapiombo: quel taglio netto, quella mancanza , esito di una frana del Settecento mi faceva pensare ad un trampolino. Quel rudere oggi non è più tale, è ritornato ad antica bellezza, ma non è la mia casa. Dopo vent’anni i progetti cambiano ed ora non vivo in alta collina, ma più in basso, sulle rive del fiume. E qui, ancora una parete verticale, non più sottrazione naturale di materia, ma materia imposta, razionale, aggiunta. Sì, la mia casa affaccia su quella meravigliosa opera di ingegno ed estetica che è la Diga del Furlo. Ed ecco apparire di nuovo il tuffo. Un salto di oltre cinquanta metri in un fluido smeraldo. E’ la fine di una sospensione, un nuovo traguardo. E ancora nuove immagini, nuovi contenuti: prima di tutto, un omaggio alla vera opera d’arte: la Diga, opera di inge- gno, tecnologia ed estetica, un artificio umano, un abbraccio possente di madre, dal piede poderoso e dalle spalle esili che ricongiunge ciò che la natura ha diviso. Un ventaglio di cemento dove non si riconoscono più le inserzioni nella roccia. Ora mi è chiara persino la struttura di sostegno della tuffatrice, che considero parte integrante del progetto. Quel traliccio, curvo, metallico, è un’onda, un convogliatore e trasformatore di energia in materia: un salto dello stato intermedio. Sì una sublimazione, un passaggio dallo stato liquido a quello aereo, pura energia, convogliata, prepotentemente, per una sola milionesima frazione di tempo, in materia viva, antropomorfa, di metallo pesante e, poi, l’istante successivo di nuovo in energia rarefatta. E’ la fine di uno stato sospeso, un fermo immagine, che puoi anche non vedere. E’ pura energia che transita, irrefrenabile, sospesa ma già quieta. Mi piace immaginare una presenza costante anche quando l’opera sarà tolta, una sagoma scavata nel vuoto, un gesto scultoreo che racchiuda tutte le energie i pensieri, i desideri.”


 

Artisti | 28/06/2021 00:06 | Ufficio Stampa


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