Land Art al Furlo – Casa degli artisti

Land Art al Furlo 2013 | 08/08/2022 13:08 | redazione

di Andreina De Tomassi

Si è aperta, sabato 24 agosto la IV edizione della Land Art al Furlo, una mostra sotto il cielo, nel parco-museo delle meraviglie, a Sant’Anna del Furlo (comune di Fossombrone), dove, fino al 22 settembre si può passeggiare tra le opere d’arte disseminate nel paesaggio mozzafiato della Gola del Furlo. All’inaugurazione, un fiume di gente ha potuto ammirare sculture, installazioni, mostre, performance, video. Si può cominciare dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, (accanto alla Galleria Romana, sab. e dom. dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19), dove è stata allestita una collettiva di ceramisti “Sogno e gioco” curata da Yvonne Ekman. Il percorso, lungo più di un chilometro, quest’anno ha visto la partecipazione di settanta artisti provenienti da tutta Italia. Questa nota, poco più che un elenco, parte dal cancello della Diga del Furlo, ma, attenzione, i visitatori devono invece cominciare al contrario, da Sant’Anna, (si parcheggia dopo l’Oasy), ecco “Metamorfosi” un serpentone, forse un crotalo, creato magistralmente da Torcoletti & Braccialarghe, le allegre farfalle di Germano Serafini e Marxia, un albero in ascolto, con delle orecchie in ceramica di Nicoletta Casali, una presenza inquietante su una quercia è il lavoro in argilla smaltata di Mirko Canesi; nel giardino dei ciliegi ci sono le cinque streghe appese a un ramo di frutteto di semi antichi, (alla Casa degli Artisti, ci tengono, per Statuto, alla salvaguardia della biodiversità e all’arte sostenibile, in armonia con il paesaggio) tante opere di Land Art, dal pero con le radici in aria di Privitera al cerchio magico di Zucchini, fino al percorso del “Barone rampante” creato da Yvonne Ekman. Sul vialetto dei platani incontriamo “Natura Fragile” di Lamberto Caravita, il ballo-poesia di lamiera di Augusto Salati, l’opera filosofica della ceramista Elettra Cipriani, una nuvola nera in gomma di Noa Pane. Davanti alla Casa degli Artisti c’è una piccola “Babele in B/N” opera del più giovane artista di quest’anno: Ignazio Spitaleri, anni 20. Montata sulla Casa, un’opera certosina dello scultore Adolfo Tagliabue, ispirata alla visione camaldolese della foresta. Di fronte, le tracce rossoblù di Paola Babini, non lontano dalla sua torre di luce del 2012. All’inizio del giardino, Maria Cristina Biggio ha reso omaggio al mito pastorale e amoroso di Filemone e Bauci, dentro il giardino, due opere si fronteggiano: la “Zattera poetica” di Aurelio Buono e un inno in pietra e ferro di Georg Reinking, appena fuori, le steli cimiteriali della Sansavini e il mandala fucsia della Berardi. Verso l’orto, le anime della terra ti parlano, intensa opera di Karelei, un po’ più in là, al limitare del boschetto, la devozione al cervo e al seme, di Elisa Latini. Nel boschetto, oltre al labirinto botanico tutto rinnovato a cura di Loretta Stella, ci sono le opere di Angela Balducci, Germano Serafini, Claudio Bantalukas. Tornando al piazzale del vecchio forno, ci sono i due atelier di Bruno Marcucci (il TG3-Marche del 25 sera gli ha dedicato delle belle sequenze) e di Gabriele Bianconi. Dietro quest’ultima casetta torre-colombaia, c’è l’antico tessuto ricamato di Sheila Rochegiani. Ma guardate in alto, su una stele in corten sono infisse tre radici che, per Massimo De Giovanni, testimoniano la natura violentata, in un vialetto appartato, c’è la lapide creata dall’artista Pasquale Altieri, con due tumuli: vogliono ricordare i due operai morti nella costruzione della Diga del Furlo, nel 1920. (la Casa degli Artisti era abitata dagli operai dell’Enel, che tra l’altro, è lo sponsor unico di questa manifestazione). Ed ecco il grande Uomo Nuovo in legno del trio Zuccarini, Longheu, Barbetta. Impossibile non vederlo, sotto, nell’angolo del bruciatore c’è il ‘Rossi corner’ con le opere ludiche di Rossella Ricci. Mentre davanti, c’è una piccola memoria della Casa, la cuccia di Buffy rivisitata dall’immaginifica Benedetta Jandolo. Sul terrazzo svetta l’albero coloratissimo in cartapesta della giovane Manuela Rizzo. Dopo “Apogeo” della Ekman, sventola la foglia in feltro di Petra Bartels. Più avanti, scolpita dentro un pioppo c’è “Giulia abbraccia l’albero” di Antonio Sorace che chiude la trilogia dopo “Tuffo” ed “Equilibrio”. Dall’altro lato, il bel totem di Tito Gargamelli: “Segni dell’orso”, Subito dopo, appesa ad un palo, ecco l’opera di Roberto Gobesso che si è ispirato al tema di quest’anno: ALBERO, MAESTRO DI VITA, e da bravo calligrafo, ha cercato e dipinto tutti gli ideogrammi che in cinese significano: albero. Poco più in là, alberi e piante d’oro per il designer cagliese Camillo Baldeschi: quando la matematica si sposa con la natura. In un’altra opera-installazione di Massimo Degiovanni c’è un albero tagliato in due, come se fosse disteso su un lettino operatorio. La penultima opera, molto originale, è “Land Art da viaggio” di Marcello Mantegazza. La prima opera che i visitatori vedranno, all’inizio del percorso, è “Rasoio” una lama in corten posta sul letto disseccato di un ruscello, una ingegneria naturale e una denuncia ecologica per i due autori: Gianluca Valeriani e Giorgio Amabile. Ma tante ancora sono le scoperte e le curiosità, proprio come una caccia al tesoro…d’arte…per esempio, nelle sale interne della Casa ci sono due mostre, una fotografica di Giufo e l’altra, quasi un’installazione, “La stanza di Maria Stella” della pittrice Maria Stella Rossi… tutte da scoprire..


 

Land Art al Furlo 2013 | 08/08/2022 13:08 | redazione


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